Cosa sono e come si curano?
I Disturbi del Comportamento Alimentare sono patologie complesse caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo.
Le patologie alimentari sono sindromi che colpiscono nella maggior parte dei casi soggetti giovani di sesso femminile appartenenti alla cultura occidentale, anche se ormai sono in crescente diffusione all’interno di altre culture e nella popolazione maschile.
Quando si parla di Disturbi del Comportamento Alimentare (da ora DCA), non si intende solo l’Anoressia Nervosa, patologia caratterizzata da un rifiuto del cibo e quindi da una restrizione alimentare come conseguenza di una eccessiva ed ossessiva preoccupazione del peso e delle forme corporee, ma tutte quelle patologie che sono strettamente connesse all’alimentazione, come la Bulimia Nervosa e il Binge Eating (o Disturbo da Alimentazione Incontrollata). La bulimia attualmente rappresenta il disturbo che colpisce la percentuale maggiore di soggetti con diagnosi di DCA e si caratterizza per gli episodi di abbuffata seguiti da metodi di compenso purgativi (vomito auto-indotto, uso spropositato di diuretici e lassativi) o non purgativi (attività fisica esagerata). Vi è poi il Disturbo da Alimentazione Incontrollata, entrato a far parte dei DCA solo negli anni ’90 e che si differenzia dalla Bulimia Nervosa per la mancanza di comportamenti di compenso.
Tutti questi disturbi, indipendentemente dal loro esordio e decorso, hanno una caratteristica comune: il pensiero ossessivo per il cibo. Ogni istante dell’esistenza di queste persone è scandito e pervaso dal pensiero ossessivo per il cibo.
Per la maggior parte delle persone con DCA, la consapevolezza di avere un problema è scarsa e la paura di affrontare un cambiamento fortissima. La ricerca continua della magrezza, il mangiare senza controllo, le diete estreme, l’uso del vomito o dei lassativi, possono essere visti dalla persona che soffre di DCA non tanto come un disturbo, ma piuttosto come una soluzione ai propri problemi. Il DCA infatti è così ‘pervasivo’, cioè impegna così tanto la mente delle persone che ne soffrono, da portare all’illusione di poter tenere lontani gli altri problemi della vita. In realtà, invece, molti problemi sono causati proprio dal disturbo alimentare stesso.
Questo è il motivo per cui molte persone affette da DCA (soprattutto nelle fasi iniziali della malattia) non chiedono aiuto o rifiutano addirittura un approccio terapeutico. Molti studi hanno riscontrato che solo una minoranza di soggetti affetti da questi disturbi presenti nella popolazione generale chiede un aiuto terapeutico.
Non sempre le persone che giungono nei centri specialistici hanno già maturato una vera e propria decisione di voler intraprendere una terapia per cercare la guarigione dal disturbo. In ogni caso, il contatto terapeutico permette in questi casi perlomeno di aprire un dialogo e di poter monitorare le eventuali complicanze sia mediche che psicologiche.
Per la cura dei DCA è importante rivolgersi a centri specialistici che si occupano specificamente di questi problemi per poter effettuare prontamente una corretta diagnosi differenziale (cioè capire se si soffre di un vero e proprio disturbo dell’alimentazione), di effettuare tutte le valutazioni specialistiche necessarie (psicologiche, psichiatriche, internistiche e nutrizionali) e di ricevere indicazioni corrette sul trattamento da seguire.
Inoltre il coinvolgimento iniziale della famiglia (soprattutto per gli adolescenti e per chi vive in famiglia) è importante e serve a completare il quadro diagnostico, a cogliere il punto di vista dei familiari, a stabilire un’atmosfera di collaborazione in cui i genitori si sentano partecipi del programma terapeutico, facendo sì che la famiglia possa rappresentare un punto di riferimento anche nel caso in cui la paziente dovesse rifiutare o abbandonare la terapia.
L’approccio più efficace per il trattamento dei DCA è quello multidisciplinare e integrato. Essi sono infatti disturbi psichiatrici con importanti manifestazioni psicopatologiche ed una alta frequenza di complicanze mediche: è quindi necessaria una collaborazione tra diverse figure professionali che si occupino in modo integrato di questi diversi aspetti. L’equipe per il trattamento dei DCA deve essere formata almeno da:
Psicoterapeuti
Esperti nel trattamento psicologico dei disturbi del comportamento alimentare considerano la persona nel suo contesto, proponendo, in base ai casi, un percorso di psicoterapia individuale, una presa in carico della famiglia o una terapia di gruppo.
Nutrizionisti/Dietisti
Gli obiettivi specifici del Nutrizionista nell’anoressia nervosa sono tipicamente riferiti alla riabilitazione nutrizionale per ristabilire il peso desiderabile e per normalizzare i comportamenti.
L’obiettivo primario nella bulimia nervosa e nell’iperfagia è la riduzione o la eliminazione delle perdite di controllo e dei comportamenti compensatori.
Medici Internisti
Specializzati nella diagnosi delle complicanze organiche legate al disturbo alimentare e nella riabilitazione nutrizionale/alimentare. Condividono l’idea che i disturbi alimentari siano di origine soprattutto psicologica, anche se espressi sul versante corporeo.
Psichiatri
Qualora fosse necessario, aiutano il paziente e il suo lavoro psicoterapeutico attraverso un supporto farmacologico.
Per consentire una proficua interazione tra varie figure professionali specializzate nel campo dei DCA, è necessaria una certa conoscenza delle rispettive competenze per evitare eventuali confusioni di ruolo e l’utilizzo di un linguaggio condiviso.
L’équipe lavora in modo integrato per diminuire progressivamente questa tendenza alle divisioni e restituire al paziente un’immagine di sé più integrata, tenendone insieme le diverse parti fino a quando il soggetto non è in grado di farlo da solo.
Viene così contrastata la tendenza di chi soffre a cambiare tipo e luogo di trattamento e a mantenere separati i diversi livelli della cura, atteggiamento che segnala una resistenza al cambiamento e all’integrazione.
Nel 2013, su richiesta del Ministero della Salute, un gruppo di lavoro italiano costituito da esperti nel settore, ha preparato un documento su “Appropriatezza clinica strutturale e operativa nella prevenzione, diagnosi e terapia dei disturbi dell’alimentazione” che descrive i principi fondamentali del trattamento di questi disturbi. Il documento è rivolto non solo agli esperti del settore ma soprattutto ai pazienti ed alla loro rete di sostegno e supporto. Il documento non è un’opera “finita”, quanto piuttosto un punto di riferimento teorico e procedurale aperto a spunti ed a contributi che possano consentire un arricchimento contenutistico ed il costituirsi di una rete di competenze coinvolte. È possibile trovare tale documento sul sito www.quadernidellasalute.it