E’ tempo di orientamento e scelte per la scuola superiore! In questo periodo gli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado e le loro famiglie sono invitati ad effettuare la prima scelta formativa fatta veramente da loro. I passi formativi precedenti, infatti, sono stati passi obbligati: ora tocca solo a loro, genitori e figli insieme.
In questo momento cruciale per il futuro dei ragazzi entrano in gioco complesse dinamiche di rapporto genitori – figli, aspettative genitoriali e aspirazioni dei ragazzi. In questo periodo i ragazzi difficilmente hanno già idee chiare e definite circa il loro futuro di studio e vivono il momento della scelta con una grande confusione, ansia e tanti punti di domanda. Spesso le loro decisioni sono dettate dal bisogno di rimanere con certi gruppi di amici o semplicemente per comodità, senza riuscire a leggere fino in fondo le proprie predisposizioni, abilità ed interessi. Non si tratta però di superficialità ma di una fase dell’età evolutiva in cui si vive nel “qui ed ora”. Anche i genitori sono in difficoltà perché si trovano a dover gestire le proprie aspettative con il rischio di non effettuare una appropriata valutazione delle capacità e attitudini dei figli spingendoli verso percorsi non adeguati alle proprie capacità e aspirazioni.
Cosa fare allora? Tre sono i grandi passi da seguire per una scelta sufficientemente buona:
1) conoscere se stessi: cosa mi piace fare? cosa mi piacerebbe fare? quali attitudini ho? Quali capacità ho? E quali lacune? In questa fase in cui i figli si interrogano su se stessi, è importante che i genitori si occupino di scoprire autenticamente cosa amano fare i ragazzi e non di soddisfare alcune loro aspettative.
2) conoscere la realtà circostante: cosa offre il territorio? quali scuole ci sono? quali sono le professionalità richieste? Partecipare a tutte le attività di informazione offerte dal territorio e visitare fisicamente le scuole che risultano interessanti, genitori e figli insieme.
3) effettuare la scelta. Per fare una scelta sufficientemente buona, ovvero che garantisca le migliori percentuali di successo (il successo finale dipenderà da tantissimi altri fattori che agiranno durante gli anni di studio) l’ideale sarebbe che il figlio abbia la possibilità di avvicinarsi al percorso più vicino alle sue aspettative, mentre al genitore spetta la parte di decisione rispetto la sostenibilità del nucleo familiare della scelta (es. scuola troppo lontana, troppo cara, e.c.).
Qual è il ruolo del genitore? L’orientamento è un supporto in una fase di transizione in cui i ragazzi passano dall’essere i più grandi dei bambini della loro scuola all’essere i più piccoli dei giovani della scuola di destinazione. Questa transizione è ricca di ansie e aspettative e i figli hanno bisogno di supporto da parte dei genitori perché non sono in grado ancora di fare tutti i passi da soli.
Non bisogna, però, sostituirsi a loro, ma essere presenti col fine di scoprire insieme quello che vorranno essere. In questo modo i ragazzi li faranno partecipare e saranno loro utili, altrimenti, alla lunga, li escluderanno e non saranno loro utili.
Bisogna aiutare i figli a centrarsi sul presente. Non perdere di vista che sono preadolescenti, non adulti. La scelta riguarda i prossimi tre-cinque anni ed è una scelta formativa. Non è il futuro lavorativo, almeno non immediatamente. Altrimenti si rischia di guardare agli adulti che saranno piuttosto che ai ragazzi che sono.
Una cosa che garantisce maggiori probabilità di successo nella vita, anche lavorativa, è che ci si appassioni a quello che si fa. Se i ragazzi imparano ad approfondire, ad appassionarsi a quello che fanno, è più probabile che diventino lavoratori felici e validi. Qualunque lavoro faranno.